La vendemmia si rinnova ogni anno, da millenni. Le tecniche cambiano, ma il suo insegnamento più profondo è immutabile: quando le persone lavorano in armonia con la natura, si raggiungono risultati sorprendenti. La vendemmia è esperienza e intuito, è fatica e risate, è l’incontro tra un processo di lavoro molto complesso e la magia di una festa che celebra il legame con la terra.
La vendemmia si realizza in un periodo compreso tra la fine di agosto e gli ultimi giorni di settembre o i primi di ottobre. I tempi esatti vengono decisi dall’enologo e dall’agronomo in seguito all’assaggio degli acini e alla valutazione di fattori climatici e geografici.
Il momento della raccolta segna la fine del processo di maturazione delle uve e l’inizio del ciclo produttivo del vino. Si tratta di un momento di festa in cui le fatiche del lavoro tra le vigne vengono ripagate dalla soddisfazione che solo un raccolto così prezioso può dare.
Si tratta della fase in cui l’uva viene spremuta per ottenere il mosto. Un tempo, l’ammostamento avveniva attraverso la pigiatura a piedi nudi e l’utilizzo di grandi tinozze. Oggi, grazie alle tecnologie, le operazioni sono più veloci, ma sempre coinvolgenti.
Dopo l’ammostamento, la vendemmia procede con la fermentazione, il processo naturale che dal mosto, come quasi per magia, si trasforma in vino.
Per il nostro Raboso, il mosto viene mantenuto a contatto con le bucce.
Il processo di vinificazione si conclude con la spumantizzazione, cioè la fase in cui il mosto, dopo la fermentazione e la conservazione a temperatura controllata di zero gradi, diventa vino spumante e libera le bollicine italiane più amate nel mondo.